Sul “monito ai giornalisti” la strigliata di Marco Carrai a Francesca Albanese
Marco Carrai, console onorario di Israele per Toscana ed Emilia Romagna e più volte attaccato e offeso per questo ruolo, interviene sul caso Francesca Albanese con un commento sul Quotidiano Nazionale.
Solo pochi giorni fa tutte le forze politiche si prodigavano in roboanti parole di solidarietà verso i giornalisti de ‘La Stampa’ di Torino la cui redazione era stata vandalizzata da bande di pro Pal. Tutti tranne una persona: Francesca Albanese che nella unanime condanna di chi aveva dato la solidarietà diceva che “non bisogna commettere atti di violenza nei confronti di nessuno, ma al tempo stesso questo sia anche un monito alla stampa“. Come dire: no alla violenza in nessun modo, ma se poi viene data una sana manganellata al nemico in fondo era una manganellata eticamente giusta perché da monito per coloro che osano dubitare della verità assoluta. Quale sia la verità è superfluo e anche tautologico dirlo: la sua, senza ombra di dubbio. Chi siamo per dubitarne?
Ora sarà interessante sapere come le forze politiche a Firenze voteranno oggi l’atto che, nato come delibera di riconoscimento della cittadinanza onoraria ad Albanese (ma in fondo noi siamo quelli che abbiamo fatto morire in esilio Dante), si è trasformato in una solidarietà alla stessa. Solidarietà per cosa? Sicuramente perché i capitalisti pluto-giudaico-massonici con l’aiuto della stampa asservita hanno messo in dubbio le magnifiche sorti e progressive di una rivoluzionaria, peraltro sanzionata dagli Usa (ma in fondo anche le sanzioni non sono sempre giuste: lo sono solo quelle che vuole la paladina dell’etica suprema e insindacabile), che va difesa perché alla fine chiunque può sbagliare.
Alla fine, come avrebbero detto all’epoca delle Brigate rosse, “chi fa sbaglia chi non fa non sbaglia mai”, e lei è solo una compagna che sbaglia. E come diceva Orwell, “tutti gli animali sono uguali ma qualcuno è più uguale degli altri”.
A proposito, mi sia consentito dire che sicuramente un animale è chi ha imbrattato la targa a Roma in memoria del piccolo Stefano Gaj Tachè, morto a due anni per un attacco terroristico palestinese. Un animale che persone come Albanese fomentano.





