Stefano Bisi

Gianfranco Rotondi è l’ultimo democristiano. Mai ha rinnegato le sue radici politiche e dall’alto della sua esperienza può dare giudizi e consigli.

Onorevole Rotondi, che voto dà in pagella da’ al governo Meloni?

“Il voto si dà al governo, e quindi dieci e lode. Che poi i meriti non siano equamente suddivisi, é altro discorso: ci sono ministri meritevoli di promozione, altri di un esame di riparazione e qualcuno persino da bocciare. Ma tutto questo è irrilevante: accadeva anche in altre epoche. La differenza la fa la presidente del consiglio, la cui classe viene ormai riconosciuto unanimemente sul piano internazionale. Da tempo l’Italia non viveva un momento magico nella reputazione internazionale e il merito é tutto di Giorgia Meloni”.

E all’opposizione di Elly Schlein?

“Ho rispetto del ruolo dell’opposizione, e considero la Schlein una personalità interessante, portatrice di posizioni politiche e culturali assai diverse dalle mie, ma riconoscibili e ben illustrate”.

E a quella di Giuseppe Conte?

“Conte é un ex premier che volentieri tornerebbe a occupare quella posizione, dunque la sua opposizione appare proiettata più a saldare l’alleanza su di sé che non a contrastare più che tanto il governo. Anche questo fa parte del gioco“.

Rinascera’ un centrosinistra come quello della Prima Repubblica?

“Il centrosinistra della prima repubblica non ha niente a che vedere con quello odierno, tant’è che gli elettori dei partiti che lo componevano in gran parte votano per il centrodestra: e non mi riferisco solo agli elettori della Dc e del Pli,da cui te le aspetti, ma anche ai repubblicani e ai socialisti delle due obbedienze, in gran parte attratti dalla narrazione berlusconiana. Quel centrosinistra fu l’unione di tutte le culture politiche nazionali fuorché quella Comunista, un modello ancora attuale”.