Mps-Mediobanca tra stupore, indagini e qualche sorpresa che non sembra tale
Il Corriere della Sera torna sulla vicenda Mps-Mediobanca e scrive: “Tre dichiarazioni ufficiali inveritiere del ministero dell’Economia e delle Finanze, e altri due episodi di «supporto governativo» quali un sms del ministro Giorgetti e un intervento del deputato leghista Bagnai, nella ricostruzione della Procura di Milano hanno storicamente costellato la scalata di Mps Monte dei Paschi di Siena a Mediobanca, per la quale i pm sul versante giudiziario indagano l’imprenditore Francesco Gaetano Caltagirone e il presidente Francesco Milleri della holding Delfin della famiglia Del Vecchio, in concorso con l’amministratore delegato di Mps, Luigi Lovaglio, per le ipotesi di reato di aggiotaggio e di ostacolo alle Autorità di vigilanza Consob, Banca centrale europea e Ivass nel concerto non dichiarato al mercato”. Insomma, tra carte e intercettazioni emergerebbe il ruolo significativo svolto dal ministero dell’Economia e delle Finanze in questa scalata che ha suscitato stupore e apprezzamenti. Dell’attenzione del Mef per questa operazione si è parlato da quando il Monte dei Paschi ha lanciato l’opa su Mediobanca e anche il ministro Matteo Salvini ha espresso il plauso quando è andata in porto. Che non tutti abbiano gradito la scalata del Monte, considerato un derelitto fino a poco tempo fa, era un fatto scontato e non sono mancati gli esposti.
In serata La Repubblica scrive: “L’operazione – l’ho detto pubblicamente, e ho documentazione che mi supporta – l’ho presentata per la prima volta nel dicembre 2022 al Ministro Giorgetti, precisamente il 16 dicembre 2022 (credo che fosse il giorno del suo compleanno). Era la prima volta che ci incontravamo, dovevamo pensare come ottimizzare l’uscita del Tesoro (che deteneva il 64%)”. La frase è attribuita all’amministratore delegato Luigi Lovaglio





