Manovra finanziaria, per Ainis siamo alle solite con il panettone della legge di bilancio
“Uno scandalo che costantemente si ripete non cessa d’essere uno scandalo. È il caso della manovra finanziaria – scrive Michele Ainis su La Repubblica -. Anche quest’anno il panettone della legge di bilancio giungerà alla Camera fra Natale e San Silvestro; sicché i deputati dovranno digerirlo senza il tempo di scartarlo. L’anno scorso toccò al Senato: par condicio degli abusi, il cosiddetto monocameralismo alternato. Una volta si esercita la prepotenza su una Camera, la volta dopo sull’altra. Succede pure con i decreti legge, quando la Costituzione impone una scadenza. Così si violano le scadenze altrui, imponendo un bavaglio anche al capo dello Stato. Il presidente avrebbe un mese per promulgare o rinviare le leggi. Ma come può farlo se i testi arrivano all’ultimo minuto? Il rinvio d’una legge di conversione, quando mancano pochi giorni al termine finale, equivale alla cancellazione del decreto; il rinvio della legge di bilancio a ridosso del 31 dicembresignifica innescare l’esercizio provvisorio. È un ricatto: prendere o lasciare. Il bavaglio si stringe anche sul muso dei parlamentari. Anzi doppio: maxiemendamento e voto di fiducia. Succederà pure stavolta, per tagliare i tempi e mettere a tacere il dissenso. I parlamentari non possono discutere né correggere i testi licenziati dal governo, spesso nemmeno leggerli. Un esempio è l’articolo 13 sulle criptovalute, scritto in modo criptico, che rende evidente quanto la chiarezza delle leggi costituisca una forma di rispetto. L’osservanza dei tempi è rispetto per la democrazia, per la sua grammatica e i suoi valori. Solo i tiranni regnano a tempo indeterminato; solo i regimi calpestano le procedure. Eppure i termini della legge di contabilità non vengono mai rispettati, tanto che nel 2019 la Consulta denunciò distorsioni tali da poter rendere incostituzionale la stessa legge di bilancio. C’è una violenza in questo modo di procedere. E il fatto che l’andazzo duri da tempo non è una giustificazione, anche perché il governo in carica sta abusando dell’abuso. Forse è anche per questo che una parte crescente degli italiani guarda con favore alle autocrazie. Ma sono tempi spiritati”.






