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La Repubblica e La Stampa, tutti si occupano del futuro dei giornali

Salvini: surreale si decida chi compra La Stampa o La Repubblica 

“Siamo un Paese libero, quindi ognuno è libero di fare impresa e di comprare giornali, aziende, fabbriche, negozi e radio”. Lo ha detto il vicepremier Matteo Salvini (nella foto) sulla possibile cessione delle testate di Gedi a margine di un evento della Lega a Milano. “Mi interessa sicuramente la tutela occupazionale però mi sembra surreale che adesso occorra decidere chi compra La Stampa o La Repubblica”, ha detto.

Tajani: meglio se resta in mani italiane

“Io credo nel libero mercato. Certo se i quotidiani italiani rimangono in mani italiane è meglio. Però è il libero mercato che decide, se non ci sono violazioni di legge”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani, in merito alle trattative sul futuro del gruppo editoriale. 
“Se la stampa italiana rimane in mani italiane è meglio per tutti, per la libertà d’informazione, per un interesse nazionale però c’è sempre il libero mercato. Capisco le preoccupazioni, c’è stato un incontro con Barachini per affrontare la situazione”. “Speriamo che le cose volgano al meglio, si possano conservare i posti di lavoro e si possa sempre e comunque garantire l’indipendenza di ogni giornale: lo dico da giornalista, la libertà di stampa è un pilastro delle democrazie. Se nel nostro paese c’è pluralismo di opinioni è meglio”, ha concluso.

I cdr Mediaset solidali con i giornalisti

I Cdr di Mediaset hanno espresso “piena solidarietà” alle colleghe e ai colleghi de La Repubblica e La Stampa in sciopero dopo l’annuncio della vendita delle testate del Gruppo Gedi. 
“Seguiamo con preoccupazione una vicenda che coinvolge il futuro di importanti realtà dell’informazione italiana e le modalità con cui le redazioni sono state informate”, hanno scritto. “In una fase già complessa per il settore, riteniamo fondamentale che l’indipendenza editoriale, la qualità del lavoro giornalistico e il pluralismo non vengano messi in secondo piano rispetto a logiche finanziarie” hanno aggiunto i Cdr, che sono “al fianco delle colleghe e dei colleghi in protesta, nella convinzione che una stampa libera e autorevole sia un presidio indispensabile della democrazia”.

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