#GLI SPIFFERI

Rinasce un teatro invece di una spa

Quasi sul finire dell’anno segnato dalla querelle attorno al cosiddetto “Cubo nero”, a Firenze arriva una notizia in controtendenza. Una sorta di promemoria, utile a ricordare che all’uso del patrimonio immobiliare ereditato dalle precedenti generazioni per finalità turistiche esistono sempre alternative. Nel capoluogo toscano, come ovunque. Intendiamoci, nessuna illusione che l’imminente riapertura del centralissimo Teatro Nazionale (attesa a gennaio 2026, intanto per uso privato; poi, una volta ottenuti i necessari nullaosta, la sala accoglierà anche spettacoli pubblici) sia di per sé sufficiente per arginare la fuga dei residenti dal nucleo storico di Firenze o per sciogliere quel groviglio di fenomeni, quotidianamente denunciato dalla comunità locale, riassumibili nel concetto di “progressiva perdita dell’identità”. Nello stesso tempo, però, non si può neppure ignorare che, almeno questa volta, la città non ha perso uno spazio culturale a favore di una spa. Dopo essere intervenuta sotto al Piazzale Michelangelo, in una galleria impiegata durante la Seconda guerra mondiale come rifugio antiaereo e dal 2022 rinata come Rifugio Digitale (e da allora dedicata alla promozione artistica), la famiglia Casamonti ha scelto di scendere in campo e di promuovere un intervento che, di fatto, ha ribaltato le sorti di uno storico edificio poco distante da Palazzo Vecchio. Lo scrive Artribune.

Rinasce un teatro invece di una spa

Rinasce un teatro invece di una spa

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