Alla ricerca del senso civico perduto
Carlo Cottarelli sul Corriere della Sera riflette sul crollo dei votanti alle elezioni Regionali e di quelle che le hanno precedute nel 2025, e sul problema dell’astensionismo, “il sintomo di un disinteresse per la res publica e, se volete, anche per il futuro in senso più ampio del Paese”. Uno stato di apatia di cui “ci dobbiamo preoccupare per il danno che questa può creare alla società intera. In quest’ottica, l’astensionismo è solo una delle manifestazioni di questa apatia, di questa disaffezione al bene comune, di un rinchiudersi in sé stessi e di questa perdita di speranza per il futuro. Ne è manifestazione anche il crollo demografico che non è un fenomeno recente dovuto alla crisi economica dell’ultimo decennio, ma che ha origini più lontane: il tasso di fecondità, definito dai demografi come il numero medio di figli per donna, è crollato tra la fine degli anni ’60 e la metà degli anni ’80, periodo in cui scende da 2,4 figli a 1,4 figli, non molto sopra il livello del 2024 (1,2 figli). In fondo, è una manifestazione di questa apatia anche l’incapacità di uscire dalla sindrome dello zero virgola nel tasso di crescita della nostra economia. Per la prima volta nei piani del governo elaborati per la legge di bilancio il tasso di crescita del Pil rimane sotto l’1 per cento nel triennio seguente: abbiamo istituzionalizzato lo zero virgola. E la fuga dei giovani dall’Italia, se è causata principalmente dalla debole crescita economica, forse è anch’essa in parte una manifestazione di una disaffezione verso i destini del nostro Paese. Se tutto questo è vero, allora non credo che il problema dell’astensionismo trovi una semplice soluzione. Le maniere forti, tipo penalità per chi non va a votare, non servirebbero (arriverebbero ondate di certificati medici!). Quello che servirebbe sarebbe un rinnovamento morale del Paese, la riacquisizione di un senso civico perso nel corso dei decenni e da ritrovare se non vogliamo un continuo declino italiano in un’area del mondo (l’Europa) che pure di per sé affronta difficoltà, a dir poco, non trascurabili”.





