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Assolto l’uomo che uccise il vicino che stava attaccando la casa con una ruspa

La Repubblica ha raccontato il processo e la sentenza su un fatto di cronaca del 2023 che divise e divide ancora l’opinione pubblica.

Assolto per legittima difesa. Sandro Mugnai, l’artigiano di Arezzo di 59 anni, che sparò e uccise il vicino di casa, Gezim Dodoli, che gli stava attaccando l’abitazione con una ruspa è stato assolto dalla Corte d’Assise di Arezzo. Il pubblico ministero, Laura Taddei, aveva chiesto 4 anni di reclusione rilevando un eccesso colposo di legittima difesa. Ma i giudici hanno accolto alla fine la posizione difensiva. Dodoli morì dentro l’abitacolo del mezzo meccanico, colpito dai colpi sparati da Mugnai intervenuto per difendere, ha spiegato al processo, la sua famiglia era riunita dentro casa a tavola per la cena. La Corte d’Assise, presieduta da Anna Maria Lo Prete, ha stabilito l’assoluzione «perché il fatto non costituisce reato, perché ha agito in stato di legittima difesa».

I fatti nel 2023

Era il 5 gennaio 2023 a San Polo, frazione di Arezzo, quando scoppiò la tensione tra i due vicini di casa. Dodoli tornò a bordo della ruspa a seguito di un litigio e iniziò a colpire il casolare di Mugnai, facendo vibrare le pareti dell’abitazione. L’artigiano corse quindi a prendere la carabina che utilizzava per la caccia, regolarmente detenuta, ed esplose più colpi, uccidendo Dodoli. Sul possibile eccesso di difesa da parte dell’artigiano si è poi incardinato il processo giunto oggi, 5 dicembre, alle sentenza di primo grado. Per la Procura l’imputato aveva reagito in maniera affrettata, consapevole delle proprie capacità visto che è un cacciatore esperto, senza attendere le manovre dell’altra parte. Il caso sollevò fin da subito grande clamore, sia a livello mediatico che nella comunità locale: nacque anche un comitato a sostegno a Mugnai, con tanto di fiaccolate e manifestazioni.

In lacrime Mugnai alla sentenza:

La sentenza è stata accolta tra le lacrime da Sandro Mugnai e dai suoi familiari presenti in aula. «Finalmente faremo un Natale sereno – ha detto subito dopo l’imputato -. Sono stati anni difficili, ma ho sempre avuto fiducia nella giustizia. La Corte ha agito per il meglio». Commozione anche tra i familiari di Mugnai presenti: i due figli, la moglie, il fratello e il nipote. «Sapevamo che era legittima difesa, ma occorreva dimostrarlo. La Corte ha lavorato nel migliore dei modi», ha dichiarato il figlio maggiore. Soddisfazione tra i legali della difesa: Marzia Lelli si è sciolta in un pianto liberatorio mentre Piero Melani Graverini ha commentato: «Ero fiducioso».

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