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Leva militare volontaria, la proposta del ministro Crosetto tra le anime candide, gli inguaribili ottimisti e i preoccupati

Riccardo Illy su Inpiù riflette sull’ipotesi lanciata dal ministro Guido Crosetto (nella foto) di istituire una leva militare volontaria.

In Italia per 143 anni è stata in vigore la leva, ovvero il servizio militare obbligatorio (Treccani); nel 2005 è stata abolita e da allora l’esercito italiano è composto solo da professionisti volontari. Nel periodo della leva la “truppa” era composta da giovani coscritti, mentre gli ufficiali erano in parte in servizio permanente effettivo (professionisti) in parte di complemento (che svolgevano il servizio di leva quali ufficiali). Agli ufficiali di complemento veniva proposto, al momento del congedo, di far parte della riserva nazionale. Accettando potevano essere richiamati sia per corsi di aggiornamento, sia quali effettivi in caso di necessità. Con il venir meno della leva venti anni fa è anche venuta meno la possibilità di alimentare la riserva di ufficiali, che si è progressivamente impoverita. Finché in Europa regnava la pace e vigeva lo scudo NATO, nessuno se ne preoccupava. Ma con l’invasione russa dell’Ucraina e con i voltafaccia, anche sull’art. 5 del trattato NATO, di Trump il problema si sta facendo sentire in tutta Europa.
 
Tant’è che il Presidente Macron ha annunciato pochi giorni fa l’introduzione di un servizio militare volontario temporaneo (che la stampa ha chiamato con l’ossimoro “leva volontaria”). Gli ha fatto eco il nostro Ministro della Difesa Crosetto annunciando un disegno di legge di pari contenuto, volto soprattutto a formare specialisti nella gestione della cibernetica o di altre attività tecnologicamente avanzate. Le “anime candide”, come chiama Angelo Panebianco i pacifisti ingenui, e gli ottimisti inguaribili, come Lucio Caracciolo che esclude la possibilità che la Russia un giorno attacchi un paese UE (in realtà ha già attaccato i treni in Polonia) si sono prontamente scagliati contro Crosetto e la sua proposta. Come abbiamo potuto constatare negli ultimi anni la parola (e anche la firma, vedi il Memorandum di Budapest del 1994) di Putin vale meno dell’aria in cui si propaga e quindi non c’è alcuna garanzia che egli non decida in futuro di attaccare un paese UE, per esempio nell’area del Baltico. Lo farebbe, consapevole della limitata disponibilità di armi nucleari nel nostro continente, qualora avesse la certezza che Trump non rispetterebbe l’art. 5 del trattato NATO. In questa situazione di grande incertezza e di potenziale pericolo, la proposta di Crosetto appare ragionevole e persino prudente. Peccato che, una volta di più, invece di ragionare a livello europeo con la prospettiva futura di un esercito unificato, si continui  ragionare paese per paese.

E voi, navigatori di Sfogliamo.eu, che ne pensate?

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