Mercatini di Natale ad Arezzo, i sociologi dovrebbero studiare perché arriva mezzo milione di persone
Si sono seduti in 13 a tavola, sfidando anche la superstizione, ordinando in tutto due bicchieri di birra e un caffè, davanti allo sguardo sbarrato della titolare del locale. Storie di Città di Natale, dietro il fiume di turisti che in questo weekend hanno fatto salire più che mai Arezzo sul podio delle feste. Con punte senza precedenti. Perché alla fine il totale delle presenze supera di slancio quota duecentomila e già issa l’evento sopra il tetto del mezzo milione. Il centro chiuso in una morsa ma dai colpi grossi che si spingono fino in periferia. Sabato nel piazzale dell’ex Ipercoop c’erano parcheggiati trenta pullman, alcuni perfino da Napoli, ieri i multipiano erano oltre il tutto esaurito. Oltre, perché ognuno aveva anche la sua coda di speranze, auto in attesa di un posto libero. Secondo uno schema ormai rodato alla Cadorna e all’Eden: la sbarra si alza solo quando esce qualcuno ma i più preferiscono aspettare lì, per non inanellare giri su giri tra le strade sotto assedio. Il muro di folla invade il Corso fino all’ultimo centimetro e si spalma fino almeno a San Jacopo. Meno in piazza Risorgimento, che paga dazio pur essendo uno dei palcoscenici storici del Natale aretino. Era il weekend nel quale tutte le frecce giravano nella stessa direzione. Quelle di indicazione dei bagni, ci sono strade come via Bicchieraia dove ti accompagnano fino alla porta dei servizi, ma anche le punte di diamante. La Nazione racconta un caso, il Caso Arezzo Natale. Sì, un fenomeno da studiare perché neppure gli ottimisti più ottimisti pensavano che nella città del Petrarca potesse decollare un evento di queste proporzioni. Forse ci credeva chi lo ha ideato, Franco Marinoni, l’effervescente direttore di Confcommercio, ma pure lui non pensava che arrivasse mezzo milione di persone ai mercatini natalizi ad Arezzo.





