Troppi costi all’università, abbonamenti tagliati
La ricerca scientifica si fa in laboratorio e sui libri e se mancano le provette e le pagine da sfogliare le scoperte non si fanno. Le provette costano, i libri e le riviste pure. L’università di Siena per la ricerca e la didattica ha bisogno di risorse e spesso il rettore Antonio Di Pietra se la prende con il governo che taglia i fondi e quindi deve correre ai ripari perché il 2025 sta per finire e il bilancio potrebbe riservare qualche sorpresa. Nei corridoi dell’antico palazzo in Banchi di Sotto si sussurra che mancherebbero all’appello 3 milioni. Non sono pochi e in questi casi che cosa si fa? Non saremo certo noi a dare consigli al professor Di Pietra, allievo della scuola di Catturi come lo sono Angelo Riccaboni e Antonio Barretta, ma il Magnifico sa quello che fare. Una scelta dolorosa, ma che già consentirebbe un taglio di 500mila euro, è la rinuncia agli abbonamenti alle riviste ma l’università come fa a svolgere attività di ricerca senza gli studi che vengono pubblicati? Un bel dilemma. Qualche anno fa una grande banca decise di limitare le mazzette dei quotidiani che arrivavano sul tavolo degli amministratori e di decine di dirigenti e scoppiarono le proteste ma nel caso dell’ateneo le riviste sono indispensabili. Come si studia senza Lancet?





