#GLI SPIFFERI #POLITICA

Si riparla di Barretta a Firenze

Nuovo assessore alla Sanità, nuovo direttore generale. Il super assessorato Pd da 8 miliardi cucito addosso a Monia Monni (salute più sociale) è a un passo dalla rivoluzione, anche nei suoi ruoli apicali, con la possibile sostituzione del dg della Direzione sanità, welfare e coesione sociale della Regione. Sin qui in capo a Federico Gelli, dato ora in uscita in favore di Antonio Barretta, a sua volta direttore generale dell’Aou Senese dal gennaio ’21. Una soluzione che Monni avrebbe congegnato per non incappare nella contraddizione della continuità sanitaria e amministrativa appoggiandosi sullo stesso tecnico che ha lavorato per 5 anni con l’uscente Simone Bezzini, confinato di qui al 2030 al ruolo di capogruppo dei dem.

Le altre manovre riguardano l’incastro delle materie che il governatore Eugenio Giani assegnerà entro questo venerdì al suo esecutivo. Il portafoglio di Leonardo Marras si amplierà includendo l’agricoltura (caccia compresa), oltre allo sviluppo economico. Quanto alle cariche di Alessandra Nardini, è in corso il secondo round del braccio di ferro tra il presidente Giani e il Pd Toscana. Il primo non ha potuto opporsi, obtorto collo, alle pressioni del Pd romano – già in formazione correntone di Montepulciano, le tre aree che fanno a capo a Speranza, Orlando e Franceschini – di riportare in giunta Nardini. La seconda ora potrebbe doversi accontentare di “deleghe superleggere”: digitale, sistemi informativi e semplificazione. Tale incastro sposterebbe così lavoro e istruzione sulle spalle del collega di Avs Alberto Lenzi. Mentre le pari opportunità allargherebbero le competenze di Cristina Manetti oltre alla cultura. Compresa la materia della comunicazione, sull’onda lunga dei riflettori accesi dall’iniziativa della ‘Toscana delle Donne’. Il governatore Giani dovrebbe maneggiare un mix pesante – a cui delegare alla bisogna al sottosegretario Bernard Dika – fatto di sport, bilancio, protezione civile e servizio idrico (nella stagione politica dell’acqua pubblica). Lo scrive La Nazione.


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