Startupper o imprenditori? Il bivio culturale del capitalismo italiano
Viviamo in un’epoca in cui il termine startupper ha assunto un’aura quasi mitica. È l’eroe del capitalismo contemporaneo: giovane, ambizioso, tecnologicamente sofisticato, capace di scalare in tempi record e di “fare exit” con cifre da capogiro. I media lo celebrano, le università lo studiano, i fondi lo inseguono. Ma in questo racconto entusiasta e patinato, c’è un punto cieco che
troppo spesso viene trascurato: la differenza profonda tra creare una startup e costruire un’impresa. E soprattutto, tra chi punta a cedere e chi punta a durare.
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