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Emendamento alla manovra finanziaria penalizza chi decide di riscattare la laurea

La Repubblica scrive di “penalizzazione in arrivo per chi decide di riscattare la laurea (spesso a caro prezzo) per avvicinare il momento della pensione. E’ uno degli effetti più impattanti sul sistema previdenziale dall’emendamento governativo alla manovra in discussione al Senato. Una stretta graduale a partire dal 2031 che porta a una previsione di economie per i conti pubblici di 500-600 milioni all’anno. La relazione tecnica all’emendamento governativo spiega le novità che riguardano il riscatto. Interessati sono “i soggetti che maturano i requisiti” per la pensione anticipata “successivamente all’anno 2030”. Il discrimine, dunque, non è il momento in cui si riscatta la laurea, ma il momento in cui si taglia il traguardo dei requisiti per la pensione anticipata. Questa, ricordiamo, ad oggi prevede il pensionamento con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini (un anno in meno per le donne) o in alternativa, per i contributivi puri che hanno iniziato a versare dopo il 1996, a 64 anni di età con 20 di contribuzione effettiva (a patto di maturare un assegno pensionistico minimo). Criteri che sono destinati a salire progressivamente dal 2027 – come dice la stessa manovra – per l’adeguamento alla speranza di vita”. (Nella foto il ministro Giancarlo Giorgetti).

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